Proprio così, una delle sedi del Parlamento Europeo, ovvero quella di Strasburgo, è stata la meta per uno studente di Filosofia e Comunicazione della nostra bella università, ovvero UPO.
Infatti la seconda settimana di Marzo di questo anno (2025) sono partito con un gruppo molto particolare per una missione media.
Come è potuto succedere che uno studente dell’UPO potesse entrare come comunicatore nella sede di Strasburgo del Parlamento Europeo?
La risposta è semplice e forse anche scontata, grazie a Radio 6023!
Come ben sapete siamo una radio universitaria, proprio per questo siamo iscritti al RadUni, l’Associaizone Operatori Radiofonici Universitari. Oltre a creare una solida rete fra le radio universitarie italiane, RadUni da vita, con i suoi soci, a vari format condivisi, tra i quali uno che si è posto come goal quello di portare a noi studenti notizie dall’Europa. Sto parlando di Europhonica.
La comunicazione delle Radio Universitarie al Parlamento Europeo
Europhonica rappresenta un’occasione unica per studenti e operatori universitari per conoscere da vicino le istituzioni erupee e capirne il funzionamento. Sperimentare sul campo attività giornalistiche e realizzare contenuti multimediali esclusivi dalle sedi del Parlamento Europeo. Questa è un’altra mission di questo progetto, che calza a pennello con la formazione di uno studente di comunicazione, vero?
Proprio grazie al progetto di Europhonica io, studente all’Università del Piemonte Orientale, ho avuto modo di partecipare attivamente alla creazione di contenuti news e di approfondimento audio/visivi dagli studi radiofonici dedicati ad Antonio Megalizzi e Bartosz Pedro Orent-Niedzielski.
I servizi di comunicazione al Parlamento Europeo
Dentro la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo varie zone sono dedicate proprio al lavoro della comunicazione media: ci sono degli studios con tanto di telecamere, tavolini tipo quelli del telegiornale, camerini e zone adibite al trucco, il tutto supportato dai tecnici, i quali fanno in modo che l’attrezzatura e le tecnologie siano a disposizione dei media e dei deputati ed usati nel migliore dei modi.
C’è quindi un intero spazio e un intero team che accoglie i giornalisti e permette loro di creare i loro contenuti nella sala stampa, negli studi radio e tv e per la post produzione. Momenti di confronto e punti stampa sono organizzati nella sala dedicata alla giornalista Daphne Caruana Galizia.
La mia esperienza è stata veramente interessante soprattutto per le sensazioni provate nel vivere spazi così funzionali per la comunicazione e la multiculturalità.
Pensate di trovarvi su questo tappeto blu. A qualche passo dalla struttura in legno, simile ad un alveare, che ospita l’emiciclo.
L’emiciclo è la struttura a forma semi circolare nella quale i deputati discutono. Ed è una struttura nella struttura open space dove invece si collocano tutti i servizi per la comunicazione e le visite didattiche.
Alla vostra destra una serie di “cabine” con telecamere. Di quelle che hanno attaccate sull’obbiettivo quei testi che scorrono automaticamente. Detti gobbo. Intanto davanti a questi obbiettivi, giornaliste o giornalisti di diversi paesi e lingue, danno vita a contenuti per il proprio paese, per diverse testate ed emittenti giornalistiche.
Questo vale anche per gli studi di registrazione audio dedicate ai colleghi di Europhonica
Antonio Megaluzzi e Bartosz Pedro Orent-Niedzielski, caduti in un attentato terroristico qui a Strasburgo nel dicembre 2018 danno il nome agli studi radiofonici interni. Ovvero diversi gabbiotti composti da una sala di regia, alla quale si affaccia una stanza tutta insonorizzata. Ve ne rendete conto per quanto vi sentite ovattati all’interno.
In regia i fantastici tecnici ultra professionali messi a disposizione dal Parlamento Europeo.
Io ho avuto la fortuna di prender parte a contenuti, come dicevo prima, sia visivi che dedicati alla produzione audio di podcasts. Ho dovuto coordinarmi con il sound engineer, che mi ha insegnato una preziosissima lezione “La miglior dote di un ingegnere del suono è l’ascolto”. Ho compreso che una buona comunicazione poggia anche su un buon ascolto.
Insomma, una carrellata di quello che ho visto, di quello che ho fatto in soldoni, solo per dirvi che l’organizzazione dell’Unione Europea ci tiene a fare in modo che i propri cittadini, ed i loro rappresentanti, possano comunicare questioni comunitarie e della comune organizzazione nel miglior modo possibile.
Non una vacanza, ma un’occasione di formazione
Prima della partenza ho partecipato a delle riunioni telematiche con studenti di altri atenei coinvolti nella missione media di Europhonica. Abbiamo discusso dei temi nel programma del Parlamento e suddiviso i temi di cui ci saremo occupati.
Simone Matteis, direttore di Europhonica e Alice Plata che ne fa da coordinatrice mi hanno accompagnato in questa esperienza con della formazione dedicata sul campo.
Facendomi conoscere i trucchi del mestiere e le varie modalità, oltre che il funzionamento delle istituzioni e dei servizi di comunicazione.
Il mio lavoro di comunicazione al PE
In questi giorni passati nella sede del Parlamento europeo ho infatti seguito con attenzione il dibattito dei parlamentari riguardo al tema “Union of Skills” . Una strategia che la Commissione Europea vuole attuare per il benessere professionale e civile dei suoi cittadini. Mi sono quindi interfacciato con le strutture dedicate ai giornalisti: l’anello superiore dell’emiciclo, sopra le teste dei parlamentari, è in parte dedicato alla tribuna stampa, alle cabine degli interpreti e ai grandi schermi che riportano i temi ed i nomi di chi interviene in aula. Al piano inferiore invece esiste un mega ufficio a due piani con una serie di scrivanie e pc direttamente collegati con il mediacentre dell’Unione Europea. La Sala Stampa. Proprio in questo ufficio, nella mia scrivania dalla tappezzeria lilla, ho potuto recuperare la registrazione di parte del dibattito che mi ero perso. Ho seguito direttamente in aula, presso la tribuna stampa, il momento delle votazioni, davvero emozionante. La democrazia all’opera.
Ho trovato incredibile che i parlamentari avessero un solo minuto ciascuno per poter dare il loro contributo al dibattito. È stata quindi una sfida riassumere il senso di un discorso già ridotto all’osso di per sé. Ma ho scoperto che esiste un grande lavoro precedente alla discussione in aula. Fatto da commissioni tematiche composte da deputati rappresentanti per tutti i paesi e gruppi politici, coadiuvati da interpreti e traduttori e dipartimenti di funzionario intenti a preparare proposte e risoluzioni comuni.
Tutto li è fatto perchè le nazioni della Comunità Europea possano collaborare al meglio, ed anche la mensa, i bar, le zone di lavoro e di riposo sono fatte per accogliere tutti e agevolare la comunicazione.
Ho seguito le attività del Parlamento in emiciclo e consultato la documentazione, accessibile a tutti i cittadini EU nella propria lingua madre, predisposta dal settore comunicazione del PE, per scrivere il mio approfondimento sul tema “Union of Skills” e successivamente registrarlo e montarlo, creando così contenuti da poter pubblicare sulle piattaforme di Europhonica e di Radio 6023.
Comunicazione e collaborazione
La mia esperienza è stata arricchita dalla collaborazione con gli studenti di Fuori Aula Network e UMG, infatti ho contribuito alla registrazione ed edizione dei loro contenuti che vi invito ad ascoltare su Spotify o leggere sul sito RadUni.org
Da questa esperienza ho sicuramente imparato molto come cittadino EU e come operatore media, sia radio che della comunicazione istituzionale, ma ancora di più ho capito come la collaborazione tra nazioni, così come tra noi studenti di vari atenei, puoʻ dare vita a risultati di alto valore per la nostra Comunità.
Se sei uno studente o un operatore radiofonico universitario che ha voglia di mettersi in gioco, la plenaria del Parlamento Europeo offre una possibilità perfetta per te, il tutto grazie al progetto di RadUni, ovvero Europhonica!