Il cambiamento climatico e il Green Deal
Tramite il Green Deal l’Unione Europea ne ha preso coscienza: dobbiamo fare qualcosa per rallentare il surriscaldamento globale.
Ve lo ricordate quando pioveva a novembre, nevicava a dicembre e gennaio, con tanto di scuole chiuse causa neve, e iniziava la primavera ad Aprile?
Forse alcuni di voi sono talmente giovani che sono abituati a girare in maglietta a febbraio e a rispolverare la felpa ad Aprile.
Perché con il meteo ballerino di queste ultime settimane possiamo dirlo chiaramente: il riscaldamento globale non è uno scherzo.
Tra il caldo anomalo di questo inverno e le nevicate di fine aprile tra Piemonte e Liguria, diventa lampante come i suoi effetti si fanno sempre più evidenti, anche qui dove il clima dovrebbe essere piacevolmente mediterraneo.
Diventa quindi necessario e fondamentale prendere coscienza delle proprie azioni e trovare un modo, e magari delle leggi, che ci permettono di rallentare, e, si spera, fermare, il surriscaldamento globale.
Perché fino a qui siamo tutti convinti che questo è un problema vero?
Per fermare questo delirio climatico, sono state messe in campo diverse azioni, ad esempio:
- Riduzione del consumo di idrocarburi
- Raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti
- Riduzione dello spreco delle risorse naturali e ottimizzazione delle produzioni
Tuttavia, c’è anche chi gioca su questo tema e lo sfrutta per attuare azioni alquanto discutibili.
Il green washing e i rifiuti elettronici
Come possiamo contribuire noi cittadini europei?
Avete presente quando andate al supermercato e vedete tutti quei prodotti con il packaging verde, magari con tanti animaletti felici e la solita dicitura “Naturale” oppure “Bio” o “Eco”?
Ecco, questi sono esempi perfetti di green washing.
Già, perché una dicitura come “Bio” da sola, non vuol dire un bel niente.
Le diciture autentiche provengono da fonti certificate, con loghi ben definiti.
Quando ci si trova dati e scritte molto generiche, invece, si tratta molto spesso di Green Washing, ovvero un modo per ingannare il consumatore e fargli credere di star consumando un prodotto con caratteristiche che in realtà non possiede. Insomma, vogliono farci credere di adottare un’azione positiva per il nostro pianeta quando invece ci stanno solo ingannando.
L’Unione Europea naturalmente ripudia questa pratica, e si è mossa a riguardo.
Sarà vietato infatti porre diciture riguardanti la sostenibilità di un prodotto senza le adeguate prove e certificazioni, e sarà richiesta la trasparenza con il consumatore anche riguardo al tempo di vita del prodotto.
È un primo piccolo passo per muoversi verso un’economia circolare, ovvero che spinge al riutilizzo totale delle materie consumate.
Non sono solo le istituzioni a dover fare la loro parte, tuttavia.
Noi cittadini, in quanto consumatori, abbiamo un ruolo importante per quanto riguarda la transizione ecologica. Tramite le nostre scelte quotidiane possiamo aiutare oppure ostacolare il nostro paese.
Le piccole azioni che possiamo compiere tutti i giorni possono sembrare insignificanti, ma se applicate alla collettività diventano fonte di un cambiamento enorme.
La raccolta differenziata ne è un esempio: a noi non costa nulla impegnarci quotidianamente nel separare adeguatamente i rifiuti, eppure se tutti iniziassimo a farlo nel modo corretto aiuteremo in maniera notevole l’Europa nel suo percorso verso un’economia circolare, facendo in modo di facilitare di gran lunga il riciclo delle materie prime.
Un altro modo a nostra disposizione per aiutare l’ambiente è fare attenzione ai rifiuti elettronici.
Con rifiuti elettronici intendiamo parlare di tutti quei componenti che fanno parte delle apparecchiature elettroniche di uso quotidiano (quali smartphone, lavatrici, stampanti, etc).
Questo tipo di rifiuti viene raramente smaltito correttamente, eppure basterebbero poche semplici accortezze.
Per esempio, al posto di gettare le batterie esauste, o gli smartphone non più funzionanti, bisognerebbe portarli negli appositi centri di raccolta.
Inoltre, sarebbe preferibile non gettare via prodotti ancora funzionanti, ma invece cederli a delle compagnie disposte a rivenderli ricondizionati, così da fare un favore sia all’ambiente che ai futuri acquirenti.
Il Green Deal
Bene, ora andiamo a vedere nel dettaglio cosa sta facendo l’UE per salvaguardare il nostro pianeta.
Parliamo infatti del Green Deal: un piano per far sì che l’Unione Europea diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.
Avete presente gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile? Ecco, non ci bastavano.
Con il Green Deal, l’Europa ha deciso di darsi una mossa per rallentare il cambiamento climatico, e per fare in modo di tutelare di conseguenza il benessere dei suoi cittadini.
Oltre all’obiettivo di non avere più un impatto climatico entro il 2050, infatti, l’UE si è prefissata l’obiettivo di dimezzare le emissioni entro il 2030, e di piantare più di 3 miliardi di nuovi alberi.
Insomma, nel 2050 sicuramente riusciremo a prendere più di una boccata d’aria fresca e pulita, grazie all’impegno delle nostre istituzioni e a quello di tutti noi.
Dopotutto a chi non è capitato di immaginare l’aria pulita dei grandi parchi nei documentari in tv? Beh, nell’UE forse questa realtà non è così lontana.
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